L’Ottocento è il secolo in cui il nudo femminile viene osservato in modi diversi e le rappresentazioni del periodo risultano quindi evidenziare questi diversi modi di vedere.
Due opere che risultano importanti da confrontare sono: “Paolina Borghese” di Canova, rappresentata come Venere vincitrice e la “Bagnante di Valpinçon” di Ingres.
La prima, ritratto della sorella di Napoleone Bonaparte, rappresenta un punto d’incontro tra il ritratto di Paolina e l’idealizzazione della figura.
La seconda, invece, considerata classicista, in realtà lascia percepire un profondo mutamento di mentalità. Un nudo stilizzato e lineare che racchiude in sé componenti culturali diverse, che vanno dal gusto neogotico alla tensione anatomica michelangiolesca.
Una vera e propria rivoluzione della rappresentazione del nudo femminile si ha con Manet, nella sua opera “Colazione sull’erba”. Nella tradizione, infatti, il nudo rappresentava soltanto figure mitologiche o divine, inserite in un ambiente classicheggiante. A Manet, quindi, veniva rimproverato di aver abbandonato la pittura accademica per rappresentare una realtà frivola e licenziosa.
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